L’Atalanta con una precisa strategia Youtube, porta i tifosi nel cantiere digitale durante i 5 mesi di lavori del nuovo Gewiss Stadium

Il percorso per fare in modo che un club di calcio sia in pianta stabile un’azienda virtuosa, non può che passare da un innovativo stadio di proprietà, meglio se sapientemente comunicato tramite una puntuale gestione dei social media.

Questa è la teoria che ha ottimamente messo in campo l’Atalanta del presidente Percassi , che dopo aver acquisito dal comune di Bergamo nel 2018 lo stadio “Atleti Azzurri d’Italia”, costruito nel 1928, ha pensato bene di cedere i diritti di naming a un’azienda locale, la Gewiss, operante nel settore dell’energia, e di iniziare un processo di ammodernamento per settori, in tempi record, del proprio impianto.

Infatti, nel lasso di tempo intercorso tra la fase finale della stagione 2018-2019 e la settima giornata di Serie A 2019 -2020, quella che si disputerà domenica 6 ottobre 2019 la nuovo Gewiss Stadium, lo stadio ha subito un grosso lavoro di ri-ammodernamento nella parte che riguarda la curva nord “Pisani”, completamente demolita e ricostruita con i crismi del calcio moderno, e in soli 5 mesi.

L’operazione di per sé, per tempi e modi è già fenomenale, ma il club nerazzurro non ha finito di stupire: dopo la recente partecipazione in Champions League e un investimento in un asset fondamentale, alla voce “attivo circolante” del club (come lo stadio), c’è di più.

Gli orobici, infatti, hanno altresì iniziato una strategia video su Youtube con l’intento di comunicare i momenti cruciali dei lavori fatti sullo stadio, per documentare lo stato di avanzamento lavori sul canale ufficiale del club, grazie a una serie di contenuti video dinamici, alternati dalle interviste al responsabile dei lavori, il Direttore Operativo Roberto Spagnolo, da time-lapse delle opere delle maestranza, e da rendering che mostravano prima del tempo quale sarebbe stato il risultato finale della nuova casa dei nerazzurri di Bergamo.

Il risultato social, in termini di numeri è stato parecchio interessante.

Sono stati infatti prodotti 18 video della durata media di 4 minuti, che hanno portato ben oltre 1 milione di visualizzazioni, facendo registrare un crescente interesse da parte degli utenti “del tubo” più famoso della rete.

Vediamo nel dettaglio i K.P.I. raggiunti da questa iniziativa:

L’ATALANTA SU YOUTUBE  SVELA IL NUOVO GEWISS   STADIUM NEI 5 MESI DI LAVORI

Le metriche social sono sufficienti per parlare di progetto vincente.

Gli oltre 100 minuti di info-tainment prodotto dalla casa dei contenuti nerazzurra, hanno registrato oltre 15 mila interazioni, con un valore superiore al 90% (13.892 like ai video) di interazioni dal sentiment positivo, segno che l’operato del management nell’investire sullo stadio, e la scelta di documentare il tutto (dalla demolizione della vecchia curva in poi), ha aumentato la percezione dell’Atalanta anche agli occhi dei non-tifosi, come testimoniato dai numerosi commenti (1.610) di simpatizzanti di altre squadre registrati sulla piattaforma Youtube sommando tutti i contenuti.

Eppure con la chiusura del cantiere in occasione della partita col Lecce, lo stadio non sarà completo, anzi.

Sono previsti per il 2020 i nuovi lavori sulla tribuna UBI (i distinti); mentre, solo nel 2021, verranno effettuati i lavori sulla curva sud-Morosini, con la squadra atalantina che giocherà le partite in casa a cantiere aperto, come fatto in passato dall’Udinese. Anch’essa scelse la stessa strada di ristrutturazione “per lati” dello stadio Friuli; in seguito, quest’ultimo è stato acquisito e immesso all’interno del patrimonio societario da parte della famiglia Pozzo, proprio come fatto dall’Atalanta.

In attesa di vedere la “resa in campo” dello nuova curva nord “Pisani”, chissà se fino a domenica arriverà un nuovo video nella “playlist stadio” ad aumentare ancora gli ottimi risultati in termini di social media marketing raggiunti con questa iniziativa e ad alzare ancora verso l’alta la già ottima percezione del brand Atalanta agli occhi di tifosi e non della Dea orobica.

Infografica a cura di Marco Berardino.

Condividi