Ogni primo lunedì del mese McDonald’s l’ha chiamato Caffedì e per comunicarlo sui social ha fatto Influencer marketing.
La strategia adottata è basata sull’erogazione del caffè gratis ogni primo lunedì del mese nei ristoranti McDonald’s ed è iniziata il primo lunedì di Novembre fornendo uno stimolo in più ai consumatori per visitare i ristoranti della nota catena americana.
McDonald’s nello strutturare la campagna si è avvalsa di un strategia visual a due vie: il film TV di 60″ e l’Influencer marketing ingaggiando 3 Instagrammer di successo.
Uno dei migliori spot tv di fine 2016: #mcdonaldsitalia presenta il suo #caffedì con un film emozionale #videomarketing #Advertising #tvads pic.twitter.com/oH4RaV7FD9
— Alessio Fasano (@alefasanocom) January 3, 2017
Il contenuto è stato curato sui social attraverso la creazione di un hashtag dedicato (#caffedì appunto) e di un contenuto visuale curato su Instagram, grazie a un sagace utilizzo della leva dell’Influencer marketing. Nel caso specifico la catena famosa per il Big Mac, ha affidato a 3 Instagrammer di successo la pubblicazione di una foto a tema libero dove, come unica consegna, avrebbero dovuto mostrare la tazzina marchiata McCafé identificativa della campagna. Il contenuto visuale-libero ha permesso ai tre creativi di dare libero sfogo alla loro verve.
L’influencer marketing è una leva di marketing sofisticata che ha avuto la sua prima manifestazione negli Stati Uniti nel 2012. Instagram è la rete naturale in cui gli influencer abitano e dove si assiste ogni giorno a tipi di pubblicità dove il prodotto è parte del contenuto, non viceversa. In Italia solo nell’ultimo anno qualcosa comincia a muoversi.
L’influencer marketing è quella tecnica di marketing che prevede l’utilizzo di individui che attraverso il passaparola e le condivisione di contenuti di valore sono diventati dei “personaggi” con un certo seguito sui social network in grado di raccomandare determinati prodotti o servizi al “pubblico”, ovvero ai loro “seguaci” sulle reti sociali.
I primi contenuti su Instagram curati per il Caffedì sono state le foto pubblicate dai tre “Instagrammer-influencer” nei due giorni di attivazione della campagna: Lunedì 7 Novembre e Lunedì 5 Dicembre 2017. Gli Instagrammer incaricati da mcDonald’s di “ambasciare” il Caffedì sono: Nicola Carmignani, Marko Morciano e Matteo Acitelli.
Caffedì 7 Novembre
I contenuti sui social media chiedono il permesso ai consumatori prima di interromperli (permission marketing), rispetto al vecchio modello di marketing più comune dei media generalisti come radio, TV e stampa, dove la fruizione del contenuto viene interrotta dalla pubblicità (interruption marketing)
Caffedì 5 Dicembre
Quelli sopra riportati sono i 6 post della campagna che hanno permesso di incentivare le conversazioni delle reti sociali attorno al #caffedì. A oggi su Instagram sono ben 373 i post relativi a Caffedì, in cui sono riportati i contenuti degli influencer assieme a quelli degli utenti, democrazia tipica da social media. Questo tipo di tecnica di fare marketing tramite gli “amici” che ognuno di noi ha sui social riscuote un crescente favore da parte dei potenziali acquirenti dei brand di largo consumo anno dopo anno, secondo le ricerche effettuate da Edelman.
Secondo una ricerca condotta da Edelman Barometer (il massimo organismo che misura l’influenza nei processi d’acquisto), la percentuale di persone che si fida dei pareri di parenti e amici per prendere decisioni d’acquisto è del 78% nel 2016, rispetto al 67% dell’anno precedente. In un contesto di mercato dove sempre meno persone ricordano l’ultimo messaggio pubblicitario dal quale sono stati “bombardati” l’ultima volta (circa il 14%), il 75% degli intervistati nel 2015, sempre secondo Edelman, si affida al parere degli Influncer nel momento della verità, ovvero quello che precede la decisione d’acquisto preferendo un messaggio sussurrato dagli influencer, dove il prodotto è parte del contenuto e non protagonista.
Un nuovo approccio di marketing è in atto ormai. Esso è partito dai modelli di comportamento e consumo che le persone hanno sui social.
Partendo da questa assunzione possiamo rilevare che le pubblicità oggi diventano contenuti firmati dai brand e questi chiedono il permesso ai consumatori sulle reti sociali (permission marketing), rispetto al vecchio modello di marketing del rumore più comune ai media generalisti, dove la fruizione del contenuto viene interrotta dalla pubblicità non targettizzata e non richiesta, con il risultato di dilapidare budget pubblicitari ingenti a bassissimo ROI e perdere la battaglia dell’attenzione nei confronti dei consumatori.
Per approfondimenti si consiglia questo articolo, che tratta i guadagni degli influencer e questo manuale sull’Influencer marketing .
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