Il mio accunt Netflix l’ho pagato per mesi, al pari di diverse altre subscription senza mai davvero utilizzarlo del tutto.
La scusa numero 1 era il tempo in principio, poi la scarsità di cose interessanti.
Ma mai come in questi ultimi giorni, l’abbonamento Netflix mi sta tornando utile.
In rigoroso ordine cronologico dalla prima che ho visto all’ultima:
- Apache – La storia di Carlos Tévez
- Maradona di Asaf Kapadia
- La storia di Griezmann
- Puerta 7
- The English Game
1. APACHE – LA STORIA DI TEVÉZ
La storia di Carlitos mi ha conquistato!
Tevèz mi ha sempre fatto sognare e la storia della sua cicatrice, meglio dire la leggenda metropolitana della sua cicatrice, nasconde altri rivoli che prima di questa serie non avrei mai immaginato.
Il barrio di Fuerte Apache è tra i più poveri e pericolosi di Buenos Aires.
I suoi abitanti a malapena riescono a sbarcare il lunario e a mettere insieme il pranzo con la cena per le proprie famiglie, mentre le partite del campionato argentino “di primera” sono trasmesse in chiaro dalla tv di stato, uno dei pochi momenti sereni e di aggregazione che conoscono da quelle parti.
Carlos Martinéz è un adolescente silenzioso e timido, che vive per il calcio, il quale visto l’ambiente circostante, gli ha letteralmente salvato la vita.
Apache – la storia di Carlitòs Tevez, a tratti sembra “Narcos” ma del calcio, per altri tratti è la storia di un talento sprecato, quello di Danilo, el dièz “el uruguagio”, che a Carlos gli metteva dei filtranti che nemmeno alla Playstation, che fa il paio con la storia di Carlos Albero Martinéz, prima che lo stato gli riconoscesse i natali del padre, Alberto Tevéz, che ha lasciato Carlos in modo prematuro per via della pericolosità estrema del quartiere.
Il resto è una scheda di Transfermarkt, quella di Tevéz, che non la smette mai di aggiornarsi.
Da vedere in spagnolo originale.
2. DIEGO MARADONA – DI ASIF KAPADIA
L’iPhone di Steve Jobs non ha inventato nulla, ha solo messo insieme pezzi di tecnologia anni ’90 in un unico e stabile device.
Così sulla storia di Maradona come la conosciamo non c’è nulla da inventare, ma nessuno mai l’aveva resa talmente provida di particolari come nel docu-film del “Pibe de oro” di Asif Kapadia.
Ci sono i dettagli delle vita e delle opere di “el Diego”, che uno nato nel 1987 come me non conosoceva.
Kapadia ha fatto un documentario sul calcio a Napoli, avanti e dopo Maradona. In pratica ha raccontato la storia della Serie A, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90.
3. “GRIEZMANN: È NATA UNA LEGGENDA”
Le petit diable è uno dei miei giocatori preferiti, un fenomeno francese la cui classe aulica è statura del suo talento.
Anche se fin da bambino è sempre stato gracile e non è mai stato scritturato per un ruolo da protagonista in nessuna delle cantere francesi per le quali ha fatto un provino. Poi, una volta trovato un ruolo da protagonista a San Sebastián non l’ha più lasciato.
Dal gol nel preliminare di Champions del 2013 in rovesciata con la camiseta del San Sebastian, al mondiale conquistato del 2018, Antoine ha vissuto un crescendo di risultati, ma diversi alti e bassi personali, che al pari delle vicende che ha subito da ragazzo, vengono tutte narrate con precisione in questo lungometraggio. A fine visione, Antoine vi sembrerà il ragazzo della porta accanto.
4. PUERTA 7
Il Ferroviaros è la squadra di un barrio argentino pericolosissimo, dove il calcio è l’unica gioia di quartiere, tra ricchi e avidi rappresentanti del tifo organizzato invischiati nel riciclaggio di denaro in attività illecite a danno del club, che guadagnano percentuali sulla comprevendita dei calciatori e corrompono dirigenti e allenatori per il loro tornaconto personale.
Solo Diana, donna forte e socialmente impegnata in una no-profit a favore dell’inclusione sociale dei bambini con situazioni familiari complicate, nella comunità circostante dove ha sede la squadra, mostra i muscoli in una storia dominata dai codici d’onore della criminalità organizzata e dal machismo e proverà a riportare il Ferroviaros sulla retta via, ai fasti di suo nonno, che prima di lei è stato dirigente del club, anche se questo le costerà troppo. Forse tutto.
Fortemente consigliato se amate le storie di calcio e siete in astinenza, come tutti noi, dal gioco più bello del mondo. Ovviamente anche questo, come per la serie “Apache”, consiglio di vederlo assolutamente in lingua originale con sottotitoli in italiano.
5. THE ENGLISH GAME
Agli albori del gioco in UK, il calcio era riservato all’elite, dove i dirigenti federali giocavano nelle stesse squadre che oggi spesso si alternano a trionfare nella F.A. CUP, la più antica competizione di calcio della storia, e l’unica presente a quei tempi. I signorotti aristocratici che ritenevano il calcio uno sport da gentiluomini, “il loro” gioco per intenderci, dovranno scontrarsi con le squadre di lavoratori proletari delle fabbriche di cotone del Lancashire, come il Darwen e il Blackburn, davvero ostinati a vincere “la Cup” per dare riscatto sociale alle loro città e a tutti i membri delle loro comunità. Per vincere la F.A. CUP, i proprietari delle fabbriche erano disposti a tutto, e con qualche innesto di spessore dal Partick della vicina Scozia, come Fergus Suter (il primo calciatore professionista della storia) e Jimmy Love, la “partita di classe” era destinata a vedere un finale diverso al triplice fischio.
Con questi cinque contenuti, non dovreste sentire per un po’ l’astinenza forzata da calcio di questi giorni. Se per caso avete altre serie da segnalare, non avete che da scrivermele qui sotto, sul tasto messenger che si apre in automatico collegato alla mia pagina.