Oggi siamo in compagnia di Massimo Chieruzzi, CEO e fondatore di AdEspresso, il Marketing Partner numero 1 di Facebook.

AdEspresso è una piattaforma che gestisce la social-pubblicità in maniera differente rispetto alle metriche e alle combinazioni possibili native sui social network. In soli 4 anni dalla sua fondazione è riuscita a fare un’exit milionaria e a essere acquistata da Hootsuite, una delle migliori piattaforme di gestione dei social-media presenti sul mercato globale.

Come va Massimo? Quanti “espresso” hai già preso oggi?

Davanti a me conto 4 bicchierini di caffè ma il numero reale si aggira probabilmente intorno ai 7 (sono le 13:56 in questo momento di martedì 27 Giugno 2017).

Quali sono stati gli step più difficili, dall’idea alla realizzazione di adEspresso?

Step difficili ce ne sono stati tanti, la realtà è che ce ne sono sempre, semplicemente cambiano. All’inizio il problema principale era trovare il funding e riuscire a rilasciare un MVP, poi si è presentata la sfida di crescere velocemente, poi di riuscire a gestire in modo efficiente un team che raddoppiava in dimensioni ogni anno. Passare da 3 persone a 50 in 3 anni non è stato assolutamente banale.

Da una web agency, a una startup unica nel suo genere, come avete capito che la pubblicità su Facebook sarebbe stata la nuova frontiera dell’advertising?

Come spesso accade le idee migliori si scontrano con dei problemi della quotidianità che si devono risolvere. Quando eravamo una Web Agency stavamo iniziando a gestire molta pubblicità su Facebook e ci siamo trovati in difficoltà nel creare molte variazioni di annunci per capire quali funzionassero meglio. Da qui abbiamo iniziato a cercare uno strumento che ci semplificasse la vita nella gestione e ottimizzazione della pubblicità e quando non lo abbiamo trovato… beh abbiamo deciso di farcelo noi.

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Perché un ristorante, una PMI o un libero professionista dovrebbero usare adEspresso pagando un extra, anziché il business manager di Facebook?

Perché utilizzando AdEspresso possono risparmiare moltissimo tempo e ottenere più risultati per ogni euro speso in pubblicità. La gente spesso non considera il proprio tempo come un costo, ma in realtà è la risorsa più scarsa che abbiamo. Se un tool come AdEspresso può farmi risparmiare 4 ore di lavoro a settimana per $49 al mese secondo me è un ottimo affare. Questo vale per AdEspresso come per qualsiasi strumento che si usa quotidianamente in azienda.

A parte Facebook e Instagram, quali sono i social “preferiti” di adEspresso?

Ogni social network si è ricavato o si sta ricavando la sua nicchia ma la realtà è che solo Facebook e Instagram in questo momento hanno raggiunto una dimensione tale da rappresentare una vera opportunità per chi deve fare advertising social su larga scala. Un canale che non viene spesso considerato fra i social network, ma che a mio avviso è sicuramente sotto utilizzato in questo momento, è YouTube che allo stesso tempo è una community ma anche il secondo motore di ricerca al mondo.

“Caffeine” è il nuovo pixel proprietario di adEspresso da installare sui siti web, cosa pensi del pixel marketing e quanto pensi che questo fenomeno possa in futuro contrastare o far perdere quote di mercato a GAnalytics?

Il retargeting esiste da sempre ed è sicuramente il modo più semplice ed efficace di fare advertising, per questo abbiamo rilasciato Pixel Caffeine, per semplificare la gestione del Pixel Facebook su WordPress. Vendere a chi già ci conosce e ha visitato il nostro sito è sicuramente più semplice che vendere a dei perfetti sconosciuti. Il limite ovviamente è che questa strategia ci consente solo di convertire utenti che già in qualche modo ci conoscono. Se il nostro sito ha zero traffico, questa strategia è totalmente inefficace. Per una campagna di successo bisogna sempre unire dell’advertising (o altri tipi di marketing) mirato a portare traffico sul nostro sito e del retargeting per convertire meglio chi ci visita.

Quanto è dura per una start-up avere la testa in Italia, il corpo e le gambe in Silicon Valley?

Ha le sue complessità ma in fondo è gestibile, basta abituarsi a fare orari lavorativi un po’ strani. Viviamo in un mercato globale e avrà sempre più senso essere presenti in più mercati e sfruttare il meglio di quanto ognuno di questi ha da offrire. La Silicon Valley ha moltissimi pregi ma è il peggior posto al mondo per fare sviluppo di prodotto. È estremamente difficile trovare sviluppatori, sono molto cari e il turnover è letteralmente folle.

Quali sono i 3 libri che ti hanno cambiato la vita ?

“La coda lunga del Marketing” di Chris Anderson,”Dotcom secrets” di Russel Brunson e “Neuromante” di William Gibson.

Grafica, web developing o social media, quale secondo te la competenza nella quale i giovani italiani dovrebbero investire per trovare l’agognato posto di lavoro?

Qualsiasi settore presto si troverà a competere con l’intelligenza artificiale e servizi a bassissimo costo dai Paesi emergenti. Non credo che la cosa fondamentale sia quale professione si sceglie ma la passione che ci si può mettere e l’unicità che si può raggiungere. Da un punto di vista di mercato sicuramente di web developers bravi ce ne sono pochi, c’è grandissima richiesta e gli stipendi sono alti, quindi è una scommessa sicura. Grafici e social media manager ce ne sono molti di più in giro… ma la media è bassa. Se è quello che vi appassiona e pensate di poter essere i numeri uno… fatelo, le opportunità ci sono ovunque per chi è veramente bravo.

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