Oggi inauguro la sezione interviste del mio blog. Sono orgoglioso che la prima intervista sia al mio personale punto di riferimento proprio per le interviste agli imprenditori digitali: Samuele Onelia, Fondatore di Italian indie, il podcast che racchiude appunto150 podcast con interviste a imprenditori digitali, che hanno cambiato la loro vita grazie a internet e al web Marketing.
- Ciao Samuele Onelia! benvenuto ! Come stai oggi?
Alla grande, grazie 😉
- Raccontaci brevemente il tuo background e quando hai deciso di mollare tutto per fare l’imprenditore digitale?
Liceo classico, laurea in farmacia a Padova, nel 2013 ho iniziato a lavorare sul podcast di Italian Indie. Avanti veloce. A gennaio 2017 ho smesso di lavorare come farmacista e sono full time sui miei progetti digitali. Il principale rimane Italian Indie che, oltre a essere diventato uno degli show più seguiti su iTunes, è un riferimento per chi vuole guadagnare online.
- Perchè interviste in podcast e non video o scritte?
L’obiettivo delle interviste di Italian Indie è capire come l’ospite abbia creato la sua impresa e l’abbia portata al successo.
Ci sono domande specifiche come “quanto hai investito?” o “qual è il fatturato?” e domande più ampie “come hai trovato i primi clienti?” o “come hai capito quale prodotto vendere?”
Per affrontare questi temi nel dettaglio ogni puntata dura circa 1 ora e il format migliore per questa durata è il podcast. Puoi scaricarti la puntata e ascoltarla mentre corri, vai in macchina o fai le pulizie di casa…
- Quando hai iniziato non avevi la brand awareness che hai oggi. Quali sono state le difficoltà maggiori che hai trovato chiedendo interviste a personaggi già più affermati sul panorama digitale?
Non so dire se all’inizio fosse più facile o meno. Il mio approccio è sempre stato: continua a chiedere finché non ti dice di sì. Se ho smesso di contattare qualcuno è perché non mi interessava più averlo come ospite, altrimenti periodicamente continuo a inviare le mail ai candidati. Il miglioramento rilevante è che oggi c’è una community attorno a Italian Indie e mi è capitato già varie volte di intervistare qualche ascoltatore, o addirittura imprenditori che hanno creato il loro business dopo aver iniziato a seguire il podcast.
- Dopo 150 interviste, qual è il tuo podcast preferito?
Il singolo episodio? Difficile.
La soddisfazione più grande c’è stata quando ho intervistato Alessio Furlan, il primo ascoltatore a diventare un imprenditore digitale e venire sul podcast a raccontare la sua storia. In termini di utilità per me invece ce ne sono tantissime. Dovendo segnalare quelle che consiglio di più: Andrea Giuliodori, Davide Petucco, Massimo Chieruzzi e Paolo Provitera.
Con così tanti ospiti, non c’è la migliore, ma la più utile in una determinata situazione. Questo è il beneficio principale per gli ascoltatori: trovi sempre l’esperienza di un imprenditore che ha affrontato una sfida simile alla tua e ha già trovato una soluzione.
- Quali strumenti usa un podcaster tutti i giorni e quanti strumenti hai imparato a utilizzare dal giorno 1.
Considera che ho impiegato 12 mesi a strutturare la procedura attuale. Chi vuole iniziare un podcast può seguire la guida Da Zero a PODCASTER, dove ho concentrato quello che ho imparato sul podcasting. Per fare un podcast basta 1 microfono, 1 computer, 1 programma di registrazione e Skype se hai ospiti.
L’editing post produzione l’ho completamente delegato, ma anche quello può (deve) essere un processo molto veloce.
La parte difficile è strutturare lo show in modo che risulti interessante per gli ascoltatori. Questo è un lavoro non stop, infatti spesso inseriamo delle modifiche per testare cosa funziona e cosa no.
- Immagina di avere a che fare con una persona che volesse iniziare a fare interviste podcast ai leader del suo settore di riferimento. Quali sono i 5 errori che hai fatto e che gli altri possono imparare da te?
Bella questa. 5 consigli per evitare errori che mi hanno rallentato:
- non complicarti la vita, segui le procedure più semplici, la perfezione è inutile se si rinvia continuamente la pubblicazione o se ti distruggi per ogni puntata (all’inizio mi capitava);
- fai le domande che ti interessano sul serio, scavare in profondità può metterti a disagio come intervistatore, ma sono le informazioni più “nascoste” quelle che interessano agli ascoltatori, quindi se riesci a tirarle fuori avrai un pubblico molto più fedele;
- interrompi l’ospite, sei lì per guidare la conversazione non per fare da tappetino, sei il tramite con il pubblico, se l’ospite fa tutto lui, tu risulti inutile;
- non cercare la frase a effetto, all’inizio chiedevo citazioni, illuminazioni e frasi motivazionali, in genere non funziona. Meglio puntare sulle storie, creano molta più empatia col pubblico;
- fai le pre-interviste, all’inizio andavo tutto all’improvvisazione, ma se riesci a preparare l’intervista insieme all’ospite la qualità migliora radicalmente.
- Quali sono le attrezzature che hai dovuto acquistare e a quanto ammonta il budget che hai dovuto investire per iniziare la tua attività di podcaster?
Penso che se hai già un computer, con 200 € puoi comprarti un super microfono e sei pronto a partire. Volendo si può risparmiare, compare un microfono da 20-50 € e puoi comunque cominciare a registrare alla grande.
Per fare un podcast basta 1 microfono, 1 computer, 1 programma di registrazione e Skype se hai ospiti.
- Facci un esempio di qualche personaggio del tech globale che secondo te è un Indie?
Qualsiasi imprenditore è Indie (indipendente), quindi ti rispondo con qualche imprenditore tech non italiano che mi piacerebbe intervistare. Tolte le “solite” superstar (Jeff Bezos, Elon Musk, Mark Zuckerberg, i ragazzi Google e Bill Gates), vado con:
- Bryan Harris (Videofruit), il miglior blogger di marketing digitale e un drago come capacità espositiva e di analisi;
- Dan Norris (WPCurve, 7 Day Startup, Black Hops), perché a 34 anni era un fallito ed è riuscito a rialzarsi creando 3 imprese di successo;
- Rob Walling (Drip, FounderCafe, Zen Founder), mi piace il suo approccio al business molto pragmatico, fuori dai luoghi comuni e attaccato alla realtà degli imprenditori “normali”;
- Scott Adams (Dilbert), è fumettista, scrittore e imprenditore. Ogni volta che apre bocca dice qualcosa di interessante che si parli dell’origine dell’universo o di come diventare ricco;
- Marc Mason (MarcMason.net), sul web è uno dei migliori scrittori è c’è sempre da imparare da chi sa articolare i propri pensieri in modo così interessante.
- Dal punto di vista filosofico, chi è un Italian Indie o un imprenditore Indie?
Italian Indie significa indipendente italiano. La filosofia è molto semplice: crea un business, fallo funzionare 😉
Il focus principale è sugli imprenditori digitali, semplicemente perché le “nuove” tecnologie sono il presente e il futuro del business.
- Il tema del crearsi un lavoro con le proprie passioni mi è molto caro. Tu avevi le passioni per il podcast e per il web marketing, come ti senti ora che hai mollato la tua vecchia occupazione e lavori con le tue passioni?
Se fai qualcosa per cui non senti interesse, o magari ti dà fastidio, sei poco produttivo e per nulla soddisfatto. Occuparmi di queste “passioni” mi sembra l’unica opzione sana.
- Quali sono le principali soddisfazioni che questa attività ti ha dato?
Avere degli ascoltatori che diventano imprenditori digitali e poi ospiti del podcast ti gasa al massimo. Poi recentemente ho scoperto che in alcune scuole medie di Milano danno da ascoltare il podcast di Italian Indie all’interno dei programmi di orientamento.
Ecco, anche questa è una soddisfazione immane.
- Quale sono le strategie sui social network che hai usato per fare conoscere Italian Indie e quali sono i tassi di crescita del tuo seguito?
Finora la crescita più grossa del podcast è arrivata grazie agli ospiti che promuovono il loro episodio. Al momento ci sono circa 5.000 download per puntata.
- Quanto è difficile essere un podcaster in Italia e quanto pensi più o meno facile esserlo fuori dal nostro Paese.
Rispetto a chi parla inglese, il pubblico italiano è molto più piccolo. Ma in Italia c’è una carenza di offerta quindi è più facile crearsi un proprio pubblico fedele. É un concetto valido un po’ per qualsiasi format.
- Quali sono i tuoi siti-riferimenti di podcast dai quali trai ispirazione?
Per quanto riguarda podcast di interviste, ascolta regolarmente Mixergy. Mi piacciono anche le interviste di Tim Ferriss e James Altucher, ma lì sono meno regolare nell’ascolto. Totalmente fuori dall’ambito “business” mi capita di ascoltare anche The Joe Rogan Experience e What The Fuck di Marc Maron
- Quanto volte hai pensato di mollare tutto, perché le difficoltà erano troppe?
Probabilmente mai. Nel 2014 avevo dato le dimissioni per lanciare Italian Indie. Dopo i primi mesi il progetto non monetizzava e non c’erano neanche prospettive di monetizzazione. A quel punto ho accettato un’offerta di lavoro dipendente, ma ho continuato a portare avanti il podcast. A quel punto potevo mollare e avrei avuto moooolto più tempo libero. Non l’ho fatto perché continuare mi sembrava la scelta più strategica.
Analizzare l’esperienza degli ospiti di Italian Indie mi permetteva di:
- capire cosa significa davvero essere un imprenditore;
- imparare a ragionare da imprenditore;
- studiare da vicino come agisce un imprenditore.
Non puoi improvvisare queste competenze. Se ti mancano hai zero controllo sui risultati (l’ho testato sulla mia pelle…).
- Consigliaci 4 libri che ti hanno cambiato la vita?
Eccoli:
- Psicocibernetica, un caposaldo della formazione e un’ottima guida verso il miglioramento personale;
- Le armi della persuasione, un’analisi completa sulle dinamiche che regolano il cervello umano, cosa ci spinge a dire sì o no a qualsiasi proposta;
- The War of Art, quando cominci a lavorare su qualcosa di ambizioso sentirai una vocina che ti dice “lascia stare, sarà un fallimento”, se vuoi fare la differenza devi continuare a combatterla;
- I quadranti del cashflow, questo libro mi ha fatto capire che è possibile diventare un imprenditore, forse non è il migliore sul genere, ma gli sono affezionato.
Pensi di organizzare un indie meeting qui in Puglia?
Nel 2017 no, visto che sto per trasferirmi all’estero, ma in futuro chi lo sa 🙂
Grazie SAM! Vuoi salutare i lettori di alefasano.com?
Certo, un saluto. Spero di aver detto qualcosa di utile, se avete dubbi, consigli, opinioni scrivete nei commenti, rispondo con piacere. Alla prossima!